Che cosa è lo specialty coffee?

Anche tu sei qui perché hai letto in giro di questo caffè… specialty? Ma che cos’è? Cos’ha di speciale?

Beh, se sei abbonato a Mirabilia ne sai qualcosa, perché ogni mese con le nostre box portiamo a casa tua due caffè da una torrefazione artigianale italiana ogni volta diversa. Questi caffè sono, appunto, specialty coffee e da anni sono la mia passione e la mia quotidianità! Oggi te ne parlo! 

Mirabilia, infatti, nasce per diffondere questa cultura e far conoscere le torrefazioni indipendenti che decidono di promuovere un modo di fare caffè più etico e più sostenibile, capace di regalarti non una tazza che sa di cenere ma una vera esperienza. Che dici, ne parliamo un po’? Continua a leggere, allora!  

Perché è speciale? Perché è un’esperienza fatta di cure e attenzione

Un caffè specialty è un caffè di qualità molto elevata che ti offre a ogni sorso un’esperienza gustativa davvero unica. Come per il vino, anche nel caffè, infatti, puoi percepire sentori e aromi, ma questo è possibile solo se la materia prima è di qualità e viene lavorata correttamente. 

Gli aromi e i sentori che puoi percepire alla degustazione sono tantissimi e definiscono il profilo gustativo di ciascun caffè. Sebbene sia possibile trovare anche alcuni blend, quando si parla di caffè specialty siamo generalmente di fronte a caffè mono origine, ossia provenienti da un solo Paese di coltivazione, spesso addirittura dalla solita piantagione. 

Il gusto del caffè è strettamente legato a diversi fattori, come la varietà botanica, il territorio dove cresce e alle sue condizioni climatiche. A influenzarne il gusto c’è però anche un altro aspetto: il metodo di lavorazione, ossia tutte quelle procedure che vengono adottate dopo il raccolto.

Un caffè sul quale sai tutto: tracciabilità al primo posto.

Molte informazioni sulle lavorazioni a cui è sottoposto il caffè le trovi scritte direttamente sul pacchetto. Puoi trovare informazioni sull’origine, sul nome dell’agricoltore, sulla farm di coltivazione, sui processi a cui viene sottoposto, dalla raccolta fino all’essicazione. Inoltre, sui siti web delle torrefazioni puoi trovare ancora più dettagli, perfino trasparenza su quanto il caffè crudo è stato pagato. Una bella differenza rispetto ai prodotti convenzionali da supermercato, no? 

Grazie alla sua tracciabilità, il caffè specialty risulta essere una vera e propria garanzia per il consumatore, il quale è in grado di sapere proprio tutto sul caffè che sta bevendo! 

Specialty perché è sostenibile 

Un caffè è specialty anche per i suoi valori e la sua etica. Le pratiche di coltivazione e di lavorazione seguono processi e percorsi sostenibili, a livello ambientale e sociale.

È un caffè che riconosce il lavoro e il sudore, che tutela piante e animali, che sostiene e finanzia le attività delle comunità a cui dà lavoro, senza sfruttamento di nessuna sorta. A differenza del caffè commodity, di cui ti parlo anche nell’Introduzione al caffè. Viene pagato un prezzo equo, volto a sostenere la crescita delle attività produttive e delle comunità locali.

Alcuni progetti sono addirittura più virtuosi di altri e sempre di nuovi ne nascono. Pensa che potresti bere caffè coltivati secondo le pratiche di permacultura oppure caffè coltivati e lavorati da farm gestite da sole donne. Sostenibilità, equità, emancipazione, valore: queste sono le parole chiave di chi crede in un consumo del caffè più giusto. Alcuni progetti sono addirittura più virtuosi di altri e sempre di nuovi ne nascono, perché il percorso verso la sostenibilità e l’inclusività è una strada di continua crescita, un progetto del futuro che dobbiamo costruire nel presente. 

Il caffè specialty va a scuola, non lo sapevi? E prende anche ottimi voti! 

Simona Rey, la nostra Q-Grader, mentre assaggia uno dei caffè da selezionare.

📸 Matteo Molinelli

Qualità, sì. Ma come? A stabilire la qualità di uno specialty coffee non è solo la sua completa tracciabilità, non sono le cure e le attenzioni che riceve. Esiste un vero e proprio sistema di votazione! 

Questi voti sono dati da esperti Quality Graders in una scala da 80 a 100. Può capitare infatti di trovare questo numero sul pacchetto o sul sito della torrefazione. Più è alto e più il caffè sarà ritenuto di valore. 

Un caffè sotto gli 80 punti non è un caffè specialty, poiché potrebbero essere presenti difetti primari come chicchi marci, fermentati o danneggiati da insetti. Questi difetti sono però presenti in abbondanza nel caffè di più bassa qualità, tostato e commercializzato dall’industria convenzionale. 

Tra il caffè commodity della grande industria e il livello specialty si può però trovare caffè di alta qualità! Mi riferisco a quei caffè che si attestano di poco al di sotto della soglia degli 80 punti. A differenza di un grado specialty, questi caffè ti offrono un’esperienza sensoriale meno complessa ma la loro qualità è pur sempre elevata. 

Infatti, i buoni voti sono importanti, certo, ma non sempre bisogna scegliere i primi della classe! Bere caffè specialty non deve essere solo questione di ricercatezza. Mi piace pensare che sia una scelta più profonda, che premi anzitutto tracciabilità, trasparenza, inclusione e sostenibilità.

Che ne pensi? Lo specialty coffee è un modo più consapevole e rispettoso di consumare il caffè, non credi?

A grande richiesta: si può fare in moka?

Sì, certo! Anzi, devi!
Non esiste IL metodo di estrazione per preparare uno specialty coffee, puoi scegliere quello che preferisci oppure puoi decidere di sperimentare. La scelta è tua! 

Pour over, AeroPress, French Press, moka: hai scelto un caffè di qualità, potrà andare solo bene! L’unica attenzione da avere riguarda la macinatura del caffè, che varia da metodo a metodo. Ma non preoccuparti: quando scegli la tua box Mirabilia, puoi decidere tra la macinatura filtro, moka oppure personalizzata. 

Adesso sai più o meno tutto sullo specialty coffee e puoi scatenarti a prepararlo anche con il metodo di estrazione più italiano di tutti!

 Lo specialty coffee non coincide con un modo di preparare il caffè, è forse più un modo di “viverlo”.

 

Fun fact: lo sai chi ha coniato il termine “specialty coffee”?

Non ci crederai, ma non è tanto recente. Anzi, è piuttosto… vintage!

Dobbiamo la nascita di questo termine a Erna Knutsen, che lo coniò negli anni ‘70, durante un’intervista al Tea and Coffee Trade Journal. Incredibile, vero?

Erna fu una grande imprenditrice, simbolo di empowerment femminile e fondatrice della Specialty Coffee Association of America. Il grande contributo che diede al mondo del caffè fu quello di riconoscere una strada alternativa alla produzione e al consumo del caffè dell’epoca. 

Fu una vera pioniera nel settore, perché decise prima di tutti di lavorare con piccoli agricoltori e piccole torrefazioni. Così, tracciò e percorse un solco che tutt’oggi il mondo dello specialty coffee segue: scegliere un commercio più “piccolo” e una filiera più corta, esigere una maggiore qualità. 

Se ci pensi, lo specialty coffee non è una cosa tanto nuova, eppure lo conosciamo ancora davvero poco. Ma noi siamo qui proprio per approfondire, per esplorare, per sperimentare, no? 

Erna Knutsen. Roast Magazine photo.